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Nulla o quasi si conosce della primitiva chiesa, nessuna lapide o documento ne attestano l'esistenza. Si presume risalga al XII secolo come regula titolata dipendente dalla Pieve di Zeminiana. Dal 1418 viene chiamata Ecclesia e nel 1436 diventa Pieve. La lapide posta sopra la porta della sacrestia ricorda che la chiesa fu consacrata il 5 agosto del 1554. Documenti del '300 ricordano una piccola chiesa, ad unica navata di stile gotico, con portico dinanzi all'entrata. Non si conoscono l'aspetto o le dimensioni precise di questa primitiva cappella, ma alcune sue componenti sono state conservate e trasferite nella chiesa attuale. Nel '400 una forte crescita demografica ed un relativo benessere, derivato dalla presenza dei dei patrizi veneziani e dalla istituzione della Podestaria, determinarono la necessità di ampliare ed ammodernare la chiesa. Dal Maistro racconta che la chiesa del '300 attorno al 1445 fu quasi riedificata ed ampliata. Furono aggiunte le due navate laterali divise dalla centrale con colonne sorreggenti quattro archi per parte (lavori terminati dal pievano Ettore della Bastia nel 1513). All'inizio del '500 furono rifatti il coro, la sacrestia e l'attuale campaniletto. Nel 1525 furono costruiti i gradini e le due balaustre del presbiterio.  Nel 1777, con la direzione dell'architetto Berno, furono tolti gli archi interni di divisione delle navate e le colonne furono elevate sino all'architrave e nel 1779 sono state aggiunte le due cappelle laterali leggermente sporgenti. Tra il 1885 e il 1887, come attestato anche dalla lapide posta sulla facciata, mentre era parroco Giuseppe Trentin, la chiesa è stata prolungata di due metri e la facciata è stata rifatta su disegno di Giovanni Battista Meduna. La lapide sepolcrale di mons. Trentin è nella barchessa di villa Prandstraller. Nel 1976 è stato rifatto il pavimento ed eliminate tutte le pietre sepolcrali.       In origine aveva tre altari lignei, dislocati nell'unica navata, ora ne ha cinque: il Maggiore con la pala di Damiano Mazza, del Santissimo attribuito a Iacopo Sansovino e della Madonna del Rosario con la pala di Giuseppe De Lorenzi nella navata di sinistra; della Madonna con la pala di Palma il Giovane e di S. Giovanni Battista con il dipinto di Giovanni Barbisan nella navata di destra.