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Brevi notizie storiche sulla chiesa SS Felice e Fortunato                         

foto R.Pellizzon Otus Il  martirio dei Santi (con l'olio bollente ed il fuoco).  foto R.Pellizzon Otus Il martirio dei SS. Felice e Fortunato.foto R.Pellizzon Otus I martiri raggiungono la gloria dei cieli.Nei due quadri laterali ed in quello centrale del soffitto della navata centrale, affrescato dal pittore milanese Giustino Menescardi (o Miniscardi o Manescardi), sono raffigurati i diversi momenti del   martirio (con l'olio bollente ed il fuoco) e in cui raggiungono la gloria dei cieli dei SS. Felice e Fortunato  foto R.Pellizzon Otus Statua della Madonna del Rosario. Opera recente.foto R.Pellizzon Otus Pala di Edoardo Fialetti (1573 - 1638) raffigurante S. Giovanni Evangelista fra S. Pietro e S, Paolo.foto R.Pellizzon Otus Dipinto del '600 di autore ignoto raffigurante la Madonna con ai piedi: S. Tommaso, S. Francesco da Paola e S. Romualdo.foto R.Pellizzon Otus Cupola_presbiteriofoto R.Pellizzon Otus Elia che fugge dal re Acab. Secondo libro dei Re.foto R.Pellizzon Otus Nel primo riquadro è rappresentata la cena di Emmaus (Luca 24):   foto R.Pellizzon Otus Il soffitto della navata è stato dipinto nel 1795 da Pietro Moro su incarico della Scuola dei Battuti.  foto R.Pellizzon Otus Profezia della vergine. Isaia 11.1. Re David con il germoglio che rappresenta il Messia Nel terzo riquadro è rappresentata la profezia della Vergine (Isaia 11.1)."Un virgulto sorgerà dal trono di Jesse e un pollone verrà su dalle sue radici...." foto R.Pellizzon Otus  Nel secondo riquadro è rappresentata l'assunzione in cielo della Vergine. Maria con un piede poggia sulla falce lunare che tocca la terra, con l'altro schiaccia la testa del serpente, come scritto nelle Scritture (Gm 3,15) il vento che muove le vesti della Vergine, indica metaforicamente la presenza di Dio, il soffio della vita.
foto R.Pellizzon Otus Altare maggiore della seconda metà del XVI secolo, con pala di Damiano Mazza (1573). foto R.Pellizzon Otus Pala di Damiano Mazza (1610) con raffigurata l'Ascensione di Cristo e i Santi Felice e Fortunatofoto R.Pellizzon Otus Tempietto del 1554 opera di Andrea Mendolla detto lo Schiavone. Il fonte battesimale, oltre al significato religioso, riveste per la chiesa noalese anche un significato “politico”: quando Noale ottenne il battistero, acquistò l’indipendenza dalla pieve di Zeminiana. foto R.Pellizzon Otus Pala di Lattanzio da Rimini raffigurante S. Giovanni Battista fra S. Pietro e S. Paolo (fine XV inizio XVI secolo).foto R.Pellizzon Otus  L'altare si trova sulla parete di fondo della navata di destra.Era in legno e si trovava sul muro sud della chiesa. Nella seconda metà del '400, con l'ampliamento della chiesa, fu portato nella posizione attuale. Nel 1610 fu rifatto in marmo e vi fu posta la pala dell'Assunta opera di Palma il Giovane. L'autore dell'altare, giunto ai nostri giorni integro, non è noto.foto R.Pellizzon Otus statua di dx si ritiene raffigurino i Santi Felice e Fortunato sono di pietra d'Istria, sono affini nel materiale e nella lavorazione a tante statue da giardino collocate nel '700 nelle ville venete. Il loro stato di conservazione è discreto.foto R.Pellizzon Otus Nel quarto riquadro sono rappresentate le tre Virtù Teologali. Carità con i bambini; Fede con la croce; Speranza con l'ancora.  foto R.Pellizzon Otus L'altare della Madonna del Rosario è sulla parete della navata sinistra. L'altare era nella chiesa di S. Giorgio (ora demolita) ed era dedicato a S. Francesco. Fu donato alla chiesa da Diodato Bembo nel 1779 Nel 1860 la pala di Sante Peranda, ora nel lato sinistro del coro, fu sostituita dall'attuale di Giuseppe De Lorenzi Nel dipinto è rappresenta la Madonna del Rosario con in basso S. Benedetto, S. Rosa, S. Lucia e un quarto santo non identificato Nelle due nicchie ai lati dell'altare realizzate nella prima metà del '900 vi sono le statue recenti della madonna del Rosario e di S. Caterinafoto R.Pellizzon Otus L'altare si trova in fondo alla navata di sinistra. Come tutti gli altri altari della chiesa, era originariamente in legno, fino a quando nel 1539, la Scuola del Santissimo Sacramento, titolare dell'altare, decise di rifarlo a sue spese. A questo primo finanziamento si aggiunse, nel 1544, anche il contributo della Scuola dei Battuti. Il disegno dell'altare è sicuramente sansoviniano.All'epoca dei lavori di costruzione il Sansovino si trovava già da una decina d'anni a Venezia, assunto dalla Repubblica con l'incarico di architetto "statale" impegnato soprattutto nel progetto di ristrutturazione di Piazza San Marco, iniziato con il cantiere della Zecca e proseguito con la Libreria Marciana e la Loggetta ai piedi del campanile.Nella città lagunare il Sansovino era giunto nel 1527, anno del sacco di Roma che aveva fatto fuggire dalla città pontificia molti artisti, che si erano sparpagliati negli altri centri culturali e politici italiani, tra i quali appunto Venezia. Durante un primo soggiorno veneziano, negli anni 1521-1523, l'artista aveva già prestato servizio nella Serenissima Repubblica ed era stato impegnato nel restauro delle cupole della Basilica di San Marco. E' possibile che quando già risiedeva da qualche anno a Venezia, il Sansovino abbia accettato l'incarico della Confraternita del Santissimo Sacramento.

  foto R.Pellizzon Otus Chiesa interno foto R.Pellizzon Otus Frontale_interofoto R.Pellizzon Otus Il soggetto del terzo riquadro è di difficile lettura. foto R.Pellizzon Otus Madonna del Vivarini

     foto R.Pellizzon Otus Nel quarto quadro sono rappresentate le quattro virtù cardinali: Giustizia, Fortezza, Prudenza e Temperanza. Le quattro virtù cardinali:Giustizia con la bilancia;Fortezza con la colonna spezzata;Prudenza con lo specchio;Temperanza con l'acqua.

      

 

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foto R.Pellizzon Otus Lapide del 1875 che ricorda il restauro della chiesa.

 

 

foto R.Pellizzon Otus Fonte battesimale secoli XV - XVI.

 

 

 

foto R.Pellizzon Otus La composizione é ridotta all’essenziale, non ci sono elementi superflui a distrarre lo spettatore dall’emotività del momento: solo la figura del Cristo che occupa quasi tutta la superficie del quadro e i due angeli nella parte superiore che reggono la corona. Non viene qui raffigurato un Cristo trionfante, che ascende al cielo, bensì un Cristo che ha sofferto il martirio e ancora ne porta addosso i segni (sudario).Ai piedi della pala la statuetta di S. Antonio donata dai Locatelli.

 

 

foto R.Pellizzon Otus statua di sx si ritiene raffigurino i Santi Felice e Fortunato sono di pietra d'Istria, sono affini nel materiale e nella lavorazione a tante statue da giardino collocate nel '700 nelle ville venete. Il loro stato di conservazione è discreto.