Giovanni Evangelista 
Apostolo ed evangelista del I secolo.
Festa: 27 dicembre.
Patrono o protettore: Turchia, Pesaro; teologi, templari, artisti, librai, cartolai, tipografi; invocato contro l’epilessia, mal di piedi, scottature; protettore contro i fulmini, la tempesta e i veleni.
Attributi: aquila, quattro cavalieri dell’Apocalisse, calice del vino avvelenato, libro, palma della vittoria. In oriente viene raffigurato anziano, calvo e barbuto, mentre l’Occidente medievale lo preferisce giovane ed imberbe.
Presente:
Chiesa Arcipretale SS. felice e Fortunato di Noale:
Presbiterio; dipinto del Fialetti che rappresenta S. Giovanni evangelista con S. Pietro e S. Paolo.
 Chiesa Santa Maria Annunziata di Moniego:
Cupola del presbiterio; medaglione affrescato (1919) del pittore Noè Bordignon
Sacrestia Grimani; affresco cinquecentesco in una delle lunette.
Chiesa Santa Margherita di Cappelletta:
Altare di S. Antonio; dipinto del ‘600 raffigurante S. Antonio con S. Giovanni evangelista, S. Francesco e S. Ermagora vescovo.
Chiesa di San Giovanni Battista di Briana:
Navata; lunotto dipinto a fresco.

    Biografia

    Giovanni (dall’ebraico Yochanan Dio fa grazia) fu uno dei primi apostoli; fratello di Giacomo e figlio di Zebedeo abbandonò il mestiere di pescatore per seguire Gesù. Non a caso come a Simone (chiamato Pietro) anche a Giovanni e a Giacomo all’atto della loro chiamata fu imposto da Gesù un nuovo nome (Boanerghes, ovvero "Figli del Tuono") caratterizzante la futura missione testimoniale dei due fratelli. Giovanni con Giacomo e Pietro è fra i discepoli più intimi di Gesù, ed è l’apostolo più costantemente presente nei vari episodi della sua vita. Gli Atti lo pongono accanto a Pietro in varie occasioni, dopo la Pentecoste. S. Paolo lo considera con Pietro e Giacomo una colonna della Chiesa di Cristo. Nella tradizione lucana Giovanni emerge come figura di spicco nella comunità delle origini; in associazione stretta con Pietro, capo del gruppo apostolico. Giovanni è considerato l’autore del quarto Vangelo (I vangeli quali li abbiamo ora, erano citati nella prima metà del II secolo sempre in maniera anonima, solo verso l’anno 180 compaiono i nomi degli autori), di tre Lettere e dell’Apocalisse, (l’unico libro profetico del Nuovo testamento). Il vangelo secondo Giovanni è una riflessione teologica originale (nei vangeli di Matteo, Marco e Luca lo schema generale di vita di Gesù è identico mentre in Giovanni è diverso. Anche lo schema narrativo è diverso, e il materiale dei discorsi presenta scarse somiglianze con i detti sinottici). In Giovanni l’argomento principale dei discorsi di Gesù è lui stesso: il suo status, la sua identità e la sua relazione con Dio e con i discepoli, si tratta della sostanza del suo insegnamento pubblico. Giovanni rappresenta uno sviluppo teologico avanzato, in cui sono presenti meditazioni sulla persona e l’azione di Cristo, come se Gesù stesso le avesse pronunciate. Il testo del vangelo spirituale di Giovanni è uno scritto destinato alla conversione dei pagani di cultura ellenistica, con scarsi rapporti culturali con la tradizione evangelica e giudaica. L’apostolo tenta di adattare le cose viste e sentite ai suoi destinatari perché vedano la gloria del Signore. Il culto di Giovanni si affermò a partire da Efeso (in Asia Minore ora Turchia) dove si vuole che egli abbia operato sino all’età avanzata. Sopra una collina fu indicato un sepolcro con il suo corpo, e quindi fu eretta una cappella. In occidente il suo culto fu in tono minore e nel medioevo gli furono dedicate la basilica omonima del Laterano (assieme a San Giovanni Battista) a Roma, quella di Ravenna, quindi di Verona e Pistoia, Parma e Bologna. Secondo Ireneo, Giovanni sarebbe vissuto sino al tempo di Traiano (98-117). Altri tendono a spostare molto più indietro la sua morte (intorno al 41-44), che sarebbe avvenuta per martirio su ordine di Erode Agrippa I.