Pietro Orseolo
Confessore. Canonizzato il 18 aprile 1731.
Festa: 10 gennaio.
Attributi: è spesso raffigurato ai piedi di Romualdo o nell’atto di ricevere da questo l’abito monastico.
Presente:
Chiesa San Giovanni Battista di Briana:
Ingresso del sagrato della chiesa; statua (secolo XVIII) in coppia con San Giovanni Nepomuceno.

    
Biografia

     Non si conosce la data della sua nascita, membro di una delle famiglie più ricche di Venezia, si sa per certo che esercitava cariche pubbliche di rilievo ancor prima della sua elezione a doge avvenuta nel 976 in seguito alla sommossa che aveva portato all’uccisione del doge Pietro IV Candiano.
     Fautore di una politica tradizionale in contraddizione con il partito dei Candiano che mirava ad un avvicinamento all’impero nato dall’unione dei due regni d’Italia e di Germania dovette affrontare una dura opposizione con tentativi d'assassinio nei suoi confronti.
     Dopo due anni di ducato, Orseolo abbandonò improvvisamente, nella notte fra il 31 agosto e il primo settembre 978, la scena politica e lasciò Venezia per sfuggire alla vendetta degli avversari politici, all’insaputa della moglie, del figlio e dei sostenitori del suo partito. Si rifugiò allora nel monastero di San Michele di Cuxa sui Pirenei, nel Rossiglione.
     Nella fuga fu aiutato da un eremita di nome Marino, da Romualdo di Ravenna e dall’abate di Cuxa Guarino.
     Nel famoso monastero protetto dalla casa di Barcellona, vi erano ospiti oltre al doge di Venezia, Giovanni Gradenigo, Giovanni Morosini e i già citati Romualdo, Marino, e Guarino.
     Si conosce poco della vita dell’Orseolo a Cuxa. Secondo la Vita, scritta da un monaco anonimo un secolo dopo la sua morte, dopo due anni di noviziato egli divenne sacrestano e custode. Pier Damiani narra che dopo nemmeno un anno di permanenza a Cuxa l’Orseolo avrebbe seguito Romualdo e Marino, adottando il loro modello di vita eremitica.
     L’Orseolo è deceduto a Cuxa il 10 gennaio fra il 987 e il 988.
     Nei mosaici del battistero di S. Marco, l’Orseolo figura fra i beati. Nei calendari e nei testi liturgici il suo culto è testimoniato dalla seconda metà del XV secolo. Il riconoscimento ufficiale del suo culto è avvenuto il 18 aprile 1731 da parte di Clemente XII.